Biutiful cauntri

Dalla metà degli anni ’90 ha preso piede l’espressione "questo Paese", che può essere declinata in vari sensi e contesti, ma sempre con un tono autoritativo e oggettivo, quasi apodittico: "Questo Paese ha bisogno di…", "non è possibile che ancora in questo Paese…". L’espressione può fare da sponda all’indignazione, all’urgenza, può evocare la non normalità "di questo Paese" e rinforzare la competenza di chi utilizza la frase, che si pone come da uno sguardo esterno, "europeo", di chi dà a intendere di saperla lunga e di averne viste tante. E al peggio si possono sempre allargare le braccia a significare l’impossibilità di intervenire su quel malato così riottoso a qualsiasi cura che è "questo Paese". Forse in tempi di crisi come i nostri, di sacrifici comuni da fare, di dibattiti da riprendere, di decisioni da condividere, potrebbe essere più utile passare a un’espressione forse meno rassicurante e più compromettente, ma più capace di dare il senso dello sforzo comune e forse anche della complessità di ogni scelta, soprattutto un’espressione più onesta e in fondo più partecipata come "il nostro Paese".

2 pensieri su “Biutiful cauntri

  1. Pingback: Buon pop a tutti | GianlucaBriguglia I'm no Jack Kennedy

  2. Responding in English to your English title etc.: Federal Chancellor Kohl made ample and frequent use of “in diesem unserem Lande” (in questo nostro paese”), which got abbreviated fast as “idula” (which killed the phrase). Good riddance, IMO.

    h

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